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El Demagogo (el Roto)Demagogia, secondo l’Enciclopedia Italiana  Treccani, vuol dire “arte di guidare il popolo”. La definizione segue con “ottenere il consenso delle masse lusingando le loro aspirazioni, specialmente economiche, con promesse difficilmente realizzabili”. Interessante anche su Wikipedia il passaggio “un comportamento politico che attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo mira ad accaparrarsi il suo favore”. In entrambi i casi il “popolo” non ci fa la figura del saggio. Piuttosto una massa incoerente che si può facilmente manipolare senza fini strumenti di dialettica, con mezzi rudimentali e senza troppo sforzo. Il principio è semplice, e non si capisce bene perché spesso ci sia dibattito su ciò che è demagogico e ciò che non lo è. Definizioni e teoria a parte, un sesto senso ci dice con tutta franchezza quando uno ci sta prendendo per il culo. Volendo cercare una regola semplice per toglierci dal dubbio, io ricorro sempre a un consiglio che era di mio padre: per sapere se uno ti sta prendendo per i fondelli, pensa sempre “avrebbe senso una affermazione opposta?”. Di esempi ce ne sono tanti, e per far pratica basta aprire un periodico o ascoltare un telegiornale. Se un Papa afferma “Mi piacerebbe una Chiesa povera per i poveri”, per esempio, il suo contrario (“Mi piacerebbe una Chiesa ricca per i ricchi”) rivela evidentemente l’inutilità dell’affermazione. O quando un politico dice che dobbiamo impegnarci per diminuire la disoccupazione e promuovere la cultura, con un semplice esperimento mentale possiamo scoprire che l’affermazione contraria (“dobbiamo impegnarci per aumentare la disoccupazione e promuovere l’ignoranza”) suonerebbe altamente impopolare e contestabile. Se invece l’affermazione contraria è plausibile, vuol dire che il messaggio ha un suo contenuto, con cui possiamo essere poi d’accordo o meno. Insomma, fate la prova, giocate al gioco dell’affermazione opposta, e vedrete quanti dei nostri rappresentanti istituzionali passano il test dell’inutilità. E per quelli che esagerano, per stupidità o per mancanza di rispetto e di vergogna, il giudizio dovrebbe essere sincero: colpevoli.