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La graticola di San Lorenzo

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26 mercoledì Ago 2015

Posted by Emiliano Bruner in Cultura, Società

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Giornalismo, Informazione, Reti sociali

Mecanhumanimal (Henki Bilal)Cirano controllava amore e morte con la spada e con la penna, ma sul lungo raggio la seconda si dice averne ammazzati molti di più che non la prima. Vero o no, non c’è dubbio che l’informazione, oggi più che mai, può essere un mezzo di distruzione di massa. Viene assimilata così com’è, cruda, spesso senza una adeguata cottura né una certa digestione che la possa trasformare in conoscenza. Viene inoculata in tutta la popolazione e in dosi massive, creando flussi incessanti di dati che non vengono spesso nemmeno immagazzinati, ma solo usati per scuotere continuamente una macchina mentale sempre più assuefatta allo stimolo, con una dipendenza costante da dosi sempre maggiori di novità. I livelli di attenzione sono sempre più brevi, le capacità di relazione più limitate, e la necessità di stimolazione fine a se stessa sempre più incessante e invasiva. Le televisioni fanno da sottofondo continuato al quotidiano casalingo, i cellulari avvisano costantemente di nuovi contatti, le messaggerie digitali intasano l’etere di comunicazioni tanto persistenti quanto inutili. Come nel mondo represso e lobotomizzato di George Orwell, dove il ministero della pace si occupava di promuovere la guerra, si chiamano oggi “reti sociali” quei sistemi che stanno inibendo, alterando, edulcorando, e soffocando la capacità di relazione effettiva tra le persone. Le “unità strutturali” dei messaggi si fanno sempre più brevi e superficiali, quasi regredendo a un simbolismo pre-linguistico (lol) che difficilmente può andare oltre un “Io Tarzan, tu Jane”.

Il costante bisogno di stimoli brevi e vacui forse si spiega con la paura del nulla, il terrore di scoprire l’assenza di pensiero, di scoprire il silenzio del non aver niente da dire. Quanto più il corpo è vuoto, quanto più ha bisogno di essere sottoposto a una qualsiasi perturbazione, anche se solo di passaggio. Quanto più la macchina è incapace di pensare, quanto più alza il volume, quanto più alza il volume quanto più la macchina è incapace di pensare. Il frastuono come sollecitazione anestetica, ottundimento acustico, visivo, fisico, e anche informativo. Il rumore assordante di una informazione persistente, fragorosa, incomprensibile nel suo flusso tormentoso, travolgente, ed effimero. Si accetta tutto, purché riempia. E a quel punto la penna, già pericolosa di per sé, diviene micidiale, siringa da inoculazione diretta, endovena spietata, senza mediazione, il farmaco diretto al suo bersaglio.

Chi controlla l’informazione, lo sappiamo, non solo orienta la discussione, ma soprattutto decide cosa merita una discussione, e cosa no. Da sempre, una bugia ripetuta mille volte diventa realtà. E oggi, ripeterla mille volte costa davvero poco. Per lo stesso principio una cosa senza importanza ripetuta mille volte diventa importante. Tendenze e giornalismi, in un momento di assimilazione cruda e incondizionata dell’informazione, invece di analizzare ciò che è importante decidono ciò che è importante. E i clienti comprano le loro dosi, comprano emozioni esterne, in pillole, senza dover stare a farsele da soli. Ma fatti non fummo a viver come bruti ed io, come e da sempre all’uopo, dico la mia, e al fin della licenza sempre tocco, dentro le false righe di questa umana ipocrisia.

Perché non ingrasso gli assi del carro, dicono che sono un trascurato.
Ma se a me piace che suonino, perché li dovrei ingrassare?

E’ troppo noioso seguire e seguire il percorso,
troppo lungo il cammino senza nulla che mi faccia compagnia.

Non ho bisogno del silenzio, non ho nulla a cui pensare.
Lo avevo, tempo fa, adesso non ce l’ho più.
Gli assi del mio carro, non li ingrasserò mai.

(Los ejes de mi carreta, Atahualpa Yupanqui)

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Lontano …

16 domenica Giu 2013

Posted by Emiliano Bruner in Scienza, Società

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Divulgazione scientifica, Giornalismo, Informazione

Lontano (Corto Maltese)L’informazione ha un peso, e un valore. Entrambi dipendono da variabili e parametri che cambiano in funzione degli obiettivi. Le notizie sono informazioni, e hanno un peso, e un valore. Il valore della notizia dipende da fattori che a volte hanno a che vedere con la notizia stessa, e a volte invece con l’intorno della notizia. Per esempio un fattore intrinseco della notizia è il suo effetto sulla vita delle persone. A effetto maggiore, valore maggiore. Un fattore estrinseco invece è la sua località: se è avvenuto vicino casa ha un peso maggiore di qualcosa che invece è avvenuto lontano. A parità di “peso assoluto”, il fattore geografico aggiunge una correzione proporzionale che fa valutare con maggior interesse notizie locali verso notizie lontane (e lo stesso si può perfettamente applicare anche al fattore cronologico: a parità di importanza assoluta, un evento attuale interessa di più di un evento lontano nel tempo). In alcuni casi questo rientra in un pragmatismo ovvio: le notizie locali (e attuali)  mi servono per organizzarmi la vita. Molte altre volte è invece semplice politica locale da buon vicinato, dove una mano lava l’altra per interesse, quieto vivere, o condivisione di intenti. In altri casi ancora il localismo è una pura necessità sociale, valor di branco, necessità di affiliazione, sfruttata dai mass-media per “creare” notizia, invece che per “comunicare” notizia.  La ricerca scientifica è un caso spesso abbastanza evidente: i risultati dell’università locale o degli enti di ricerca locali, anche se hanno una influenza generale e non riguardano nessun aspetto della vita locale, vengono sponsorizzati nelle proprie città o nazioni con un peso molto maggiore delle attività di ricerca che non provengono dalle istituzioni fisicamente prossime. Molte ricerche scientifiche hanno un interesse divulgativo indipendente da dove e da quando siano state fatte ma, sempre a parità di peso, i mass-media contano quasi integralmente con quelle presentate in quella stessa settimana e dalle istituzioni della propria città o nazione. Fino a qualche tempo fa c’era un vincolo geografico associato alla reperibilità delle fonti e delle persone. Ma oggi con internet queste barriere non esistono, e si può accedere a qualsiasi fonte o a qualsiasi persona indipendentemente dalla sua distanza geografica. Nonostante non ci siano più vincoli locali nell’informazione, si continua a dare al fattore locale un peso estremo. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, anche nella società digitale. Bisogna dire che, a parte il tema della comunicazione, questo paradosso tra un mondo globale e una informazione locale lo troviamo a tutti i livelli. In una situazione dove le reti tecnologiche e sociali stanno creando un sistema nervoso globale del nostro pianeta, in questo oceano di informazione, si osserva spesso una rivalorizzazione dei livelli locali. E`come se, per eccesso di informazione globale, saturazione di stimoli, o chissà per delusione al momento di condividere e scoprire tutta questa informazione lontana nel tempo e nello spazio, la società stesse rivalutando l’organizzazione in piccole dosi della sfera locale, molto più agibile e personalizzata. Quando l’orizzonte si perde troppo lontano, lo sguardo cerca un riferimento prossimo, e possibilmente a portata di mano.

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